La violenza di genere persiste come un’ombra oscura che oggi, ancora, si abbatte nella nostra società “avanzata”, digitale e iperconnessa. Tuttavia, in un rovescio della medaglia, emerge la fragile realtà in cui la precarietà e l’instabilità emotiva prevalgono. Ogni tre giorni, una donna, di qualsiasi età, perde la vita per mano di un uomo, che sia fidanzato, marito, compagno o ex.
Di fronte a questo scenario e alle notizie di cronaca quotidiane su questo tema, viene spontaneo chiederci dove ognuna di noi, ognuno di noi, potrebbe aver commesso errori, quasi cercando a tutti i costi una ragione che giustifichi tale violenza.
Iniziamo così a riflettere sul ruolo delle comunità educative, che siano la famiglia, la scuola o l’associazionismo. Ci rendiamo conto che, nel combattere questa battaglia, non possono esserci solamente attori e spettatori: tutti dobbiamo essere protagonisti.
È fondamentale insegnare non solo alle nuove generazioni, ma a chiunque che un mondo diverso è possibile, che la diversità arricchisce il confronto e lo scambio, e che rispetto e amore sono i fondamenti dell’uguaglianza. Non si tratta di possedere, ma di amare.
Ogni anno, il 25 novembre rischia di diventare solo un momento celebrativo, un rituale vuoto, simile all’8 marzo. È per questo motivo che è necessario invertire la tendenza, promuovendo nuovi modelli culturali, legati all’educazione ai sentimenti, all’affettività e alla sessualità. Solo così i rapporti di coppia potranno essere veramente paritari e non prevaricatori e ossessivi, evitando di precipitare nella tragica realtà degli eventi che viviamo ogni giorno.
In un mondo che cerca costantemente la connessione, è ora di connettersi attraverso l’empatia, il rispetto, il dialogo e la consapevolezza. Affinché sia possibile creare una società libera dalla violenza di genere.
Una sfida che possiamo affrontare insieme e non solo durante una giornata celebrativa. L’appello è chiaro: educare le generazioni presenti future, rompere gli stereotipi e impegnarsi per una società in cui la violenza di genere sia un ricordo brutto del passato, non una realtà presente.
Gruppo Pari Opportunità Senso Civico per la Puglia